L’architettura ticinese è diventata famosa nel mondo negli anni ’70 e ’80 perché ha rivalutato e aggiornato i concetti e i linguaggi del movimento moderno, adeguandoli al territorio ticinese. Chi scrive di quel periodo “epico” cita sempre la mostra zurighese Tendenzen - Neuere Architektur im Tessin che nel 1975 ha fatto conoscere per la prima volta fuori dal Ticino le opere dei nuovi architetti. In realtà, l’architettura moderna ticinese nasce prima, quando nell’immediato dopoguerra inizia una fase di sviluppo economico con la formazione di una giovane borghesia, che esprime un’inedita domanda di nuove abitazioni. Le piccole città ticinesi non hanno vissuto, come le altre città europee, l’industrializzazione, l’inurbamento e la costruzione dei quarteri edilizi novecenteschi. Sono rimaste piccole e non hanno offerto soluzioni abitative alla nuova domanda, che è stata invece soddisfatta nei dintorni delle città, sulle colline e sulle rive dei laghi, con piccole case progettate in relazione alla vista del paesaggio. E’ questo il terreno sul quale i nuovi architetti di quegli anni hanno maggiormente esercitato il loro talento, insieme alla progettazione delle scuole, promossa dal Cantone con i concorsi.
Il modello dell’abitazione unifamiliare è stato adottato da tutti i ceti, e il suo successo è diventato universale, provocando una grande diffusione insediativa. I fondovalle si sono riempiti di piccole case, con i conseguenti deleteri effetti sul piano dei costi infrastrutturali e dei trasporti, nonché della solidarietà sociale. Soltanto negli ultimi anni si sta estendendo una nuova consapevolezza dell’insostenibiltà di questo modello, che è stato fino ad ora favorito dalla politica, che ha liberisticamente rinunciato al governo del territorio. Oggi questo è il grande tema della cultura architettonica ticinese. E’ dal riscatto della condizione territoriale, attraverso lo sviluppo centripeto degli insediamenti intorno agli spazi pubblici e attraverso la rivalutazione dell’abitare in città, che la ricerca urbanistica e architettonica può coltivare l’ambizione di tornare, in forme nuove, ad essere protagonista.
Gli autori delle opere selezionate da AS per questa pubblicazione (ad eccezione dell’autore del Palazzo del Cinema di Locarno, il cui atteggiamento è diverso dal contesto culturale ticinese) sono tra gli architetti che rappresentano con maggiore impegno l’obiettivo di continuare la ricerca rigorosa dei maestri e consolidare un’evoluta cultura della costruzione aggiornandone i linguaggi. Sono tra gli architetti più consapevoli che la qualità architettonica si misura non solo dall’economia dei mezzi espressivi, ma soprattutto dal modo in cui il progetto affronta la condizione territoriale.
Die Architektur des Tessins wurde in den 1970er und 1980er Jahren weltberühmt, weil sie die Konzepte und Sprachen der modernen Bewegung neu zu bewerten und zu aktualisieren verstand, indem sie an das Gebiet des Tessins angepasst wurde. Wer über diese Epoche schreibt, erwähnt stets die Zürcher Ausstellung „Tendenzen – Neuere Architektur im Tessin“, die 1975 erstmals außerhalb des Tessins die Werke der neuen Architekten ans Licht brachte. Die moderne Tessiner Architektur wurde jedoch schon früher geboren, als in der unmittelbaren Nachkriegszeit eine Phase der wirtschaftlichen Entwicklung begann – mit der Gründung einer jungen Bourgeoisie, die eine beispiellose Nachfrage nach neuen Wohnungen ausdrückte. Wie andere europäische Städte haben auch die Tessiner Kleinstädte die Industrialisierung, Urbanisierung und Expansion der Quartiere des 20. Jahrhunderts nicht erlebt. Sie blieben klein und boten keine Lösungen für die neue Nachfrage, die stattdessen in der Nähe von Städten, auf den Hügeln und an den Seeufern mit kleinen Häusern mit Aussicht auf die Landschaft, befriedigt wurde. Hier übten die neuen Architekten dieser Zeit ihr Talent am meisten aus, ebenso wie für die Gestaltung von Schulen, die vom Kanton durch Wettbewerbe gefördert wurden.
Das Einfamilienhausmodell wurde dann von allen Gesellschaftsschichten übernommen und sein Erfolg wurde universell, was zu einer deutlichen Ausweitung des Wohnraums führte. Die Talböden waren mit kleinen Häusern gefüllt, was sich negativ auf die Infrastruktur und die Transportkosten sowie auf die soziale Solidarität auswirkte. Erst in den letzten Jahren hat sich das Bewusstsein für die Unnachhaltigkeit dieses Modells verbreitet. Heute ist dies das Hauptthema der Tessiner Architekturkultur. Von der Erlösung des territorialen Zustands, über die zentripetale Entwicklung des Wohnraums um den öffentlichen Raum herum und durch die Aufwertung des städtischen Lebens herum, kann die Stadt- und Architekturforschung den Anspruch kultivieren, in neuen Formen wieder zum Hauptakteur zu werden. Die Autoren der von AS für diese thematische Fragestellung ausgewählten Werke (mit Ausnahme des Projekts Palazzo del Cinema in Locarno, dessen Ausdruck sich von der kulturellen Tradition des Tessins unterscheidet) gehören zu den Architekten, die mit größtem Engagement das Ziel vertreten, die strenge Forschung der Meister fortzusetzen und eine fortschrittliche Baukultur durch Aktualisierung ihrer Sprachen zu festigen. Sie gehören zu den bekanntesten Architekten, dass die architektonische Qualität nicht nur an der Ökonomie der Ausdrucksmittel gemessen wird, sondern vor allem an der Art und Weise, wie sich das Projekt mit dem territorialen Zustand befasst.