DEVANT LE PAVILLON SUISSE | NIKLAUS STAUSS, 1996
Quando penso all’uomo, penso allo sfruttato. Con l’architettura non fai la rivoluzione, ma la rivoluzione non basta per fare architettura: l’uomo ha bisogno di tutte e due. Non sfuggire alle tue responsabilità: occupati della forma, in essa ritroverai l’uomo. L’architettura nasce dai bisogni reali, ma essa va al di là di essi; se vuoi scoprirla, guarda le rovine. L’acquedotto vive al momento che ha cessato di portare l’acqua. Niente è da inventare, tutto è da reinventare. Il giorno in cui i laureati non potranno più essere utilizzati negli uffici d’architettura, la scuola avrà fatto un passo in avanti. II progetto, prima che strumento di transformazione, è strumento di conoscenza. L’architettura è vuoto, tocca a te definirlo.
L’architettura si misura con l’occhio ed il passo, il metro al geometra. Un edificio comincia sempre dalle sue fondamenta. Cerchi la flessibilità? Continua pure a costruire i tuoi muri in pietra.La varietà è il preludio alla monotonia, se vuoi evitarla ripeti il tuo elemento. La natura sopporta solo la verità, ma credo che questo l’abbia già detto Adolf Loos. Un vero prato arriva fino al centro della terra. Ogni intervento presuppone une distruzione, distruggi con senno. Quale dispendio d’energia, quale sforzo per ventilare, riscaldare, illuminare... quando basta una finestra. Fino a poco tempo fa gli insediamenti umani erano carte geologiche. Quando progetti un sentiero, una stalla, una casa, un quartiere, pensa sempre alla città. Quando nella città la segnaletica diventerà superflua, sarai vicino alla soluzione. Quando costruisci una strada o un parcheggio, non dimenticare che al volante c’è sempre un uomo. Grazie alle fatiche umane, la città contiene il fuoco dei vulcani, la sabbia del deserto, la giungla e la steppa, la flora e la fauna. tutta la natura... L’alpinista è felice in mezzo alle montagne perchè sa che al di là dell’orizzonte c’è la città. Il marinaio è felice in mezzo al mare perchè sa che al di là dell’orizzonte c’è la città.
... ma soprattutto la luce.
Prof Luigi Snozzi (1932 - 2020)
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